Corone e Ponti
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Corone e Ponti

Due corone in porcellana su impianti endossei dopo frattura di un impianto che viene rimosso

Foto 1: Radiografia della situazione iniziale: l’impianto fratturato.
Foto 2: Risultato finale: le due corone in occlusione.
Foto 3: A guarigione avvenuta: le due corone su impianti.
Foto 4: Risultato finale: radiografia dei nuovi impianti

Il paziente era portatore di una corona su impianto endosseo da diversi anni in posizione 17 (molare superiore destro). Tale impianto andò incontro a frattura per l’abitudine del paziente a digrignare i denti (bruxismo).

Previa rimozione dell’impianto fratturato, furono inseriti due nuovi impianti endossei e dopo il periodo di osteointegrazione furono applicate due corone in porcellana.

La frattura di un impianto dentale è abbastanza rara (inferiore al 4%), ma possibile nel caso di pazienti bruxisti o anche di occlusione non ben equilibrata.

È possibile rimediare con nuovi impianti, costruendo un’occlusione adatta e insegnando al paziente una tecnica per il controllo della postura mandibolare e quindi per ridurre al minimo il bruxismo.

 

Due corone in porcellana su impianti endossei

Foto 1: Radiografia della situazione iniziale: il ponte dal 12 al 14. Mancano il 15 e il 16.
Foto 2: I monconi in titanio del 15 e 16
Foto 3: Radiografia impianti 15 e 16 e delle corone in porcellana
Foto 4: Risultato finale: le due corone in porcellana

La paziente aveva perso il primo molare superiore di destra (16) per problemi endodontici e parodontali. Questo dente era il pilastro di un ponte esistente dall’incisivo laterale al primo molare; ponte in essere da oltre 15 anni, che la paziente non voleva rifare per motivi economici (vedi la rx iniziale).

Al momento dell’estrazione il 16 fu separato dal ponte lasciando il 15 in estensione. Furono poi inseriti due impianti endossei in posizione 15-16, separando l’elemento 15 in estensione dal ponte esistente.

Dopo una guarigione di tre mesi per l’osteointegrazione, gli impianti sono stati caricati con corone provvisorie in resina per favorire il carico progressivo e il rimaneggiamento osseo. Infine dopo tre mesi di provvisori sono state consegnate le corone definitive in porcellana.

Due corone in porcellana su impianti dentali e una su dente naturale

Foto 1: I monconi 35 e 36 su impianti
Foto 2: Radiografia impianti 35 e 36
Foto 3: Provvisori 35 e 36. Vecchia corona su dente naturale, 37
Foto 4: Risultato finale: le due corone in porcellana 35-36 su impianti e 37 su dente naturale

Al paziente erano stati estratti un premolare e un molare inferiore di sinistra per carie destruente e complicanze endodontiche.

Furono inseriti due impianti endossei al posto delle radici perse e dopo il periodo di osteointegrazione e di rigenerazione dell’osso mancante (tecnica GBR: Guided Bone Regeneration)furono applicate due corone provvisorie in resina.

I provvisori hanno la funzione di trasmettere all’osso il carico “progressivo” per aiutarlo cioè nel proceso maturativo di rimaneggiamento e consolidamento (dura oltre 18 mesi).

Ciò è particolarmente utile nelle zone dove è stata rigenerata una notevole quantità di osso: i due, tre mesi tradizionali di osteointegrazione potrebbero non essere sufficienti al consolidamento dell’impianto.

Si raccomanda quindi al paziente di masticare cibi morbidi per alcuni mesi per aiutare il processo di rimaneggiamento, calcificazione e consolidamento dell’osso. Un carico precoce eccessivo potrebbe portare alla non integrazione dell’impianto e quindi alla sua perdita. Dopo questo periodo, verificata la solidità dell’impianto e la sua perfetta integrazione, si procede alla costruzione delle corone definitive in porcellana.

Due corone in porcellana su Impianti Micro a carico immediato

Foto 1: Fase iniziale: senza gli incisivi
Foto 2: I due impianti micro
Foto 3: Il risultato finale: le due corone in porcellana

Il paziente aveva perso un incisivo inferiore per malattia parodontale. Anche un’altro incisivo (il 42), che nel frattempo si era spostato verso lo spazio lasciato libero dal 41 perso, vacillava creando fastidio al paziente.

Si decise, d’accordo con il paziente, di estrarre l’incisivo vacillante e inserire contestualmente due Impianti Micro a carico immediato, particolarmente adatti per gli incisivi inferiori, con tecnica flapless cioè senza sollevare un lembo gengivale. In tal modo il decorso post operatorio è quasi esente da gonfiore e bastano pochi punti di sutura, a volte non necessari.

La tecnica Flapless e a carico immediato spesso non è applicabile per le condizioni precarie dell’osso residuo. Il paziente ha perso uno o più denti per una patologia che colpisce anche l’osso (parodontopatia) e quindi manca osso di supporto.

In questi casi si ricorre alla GBR, Guided Bone Regeneration, con l’uso di Idrossiapatite (la componente minerale del nostro osso) e membrana. Ovviamente questa tecnica richiede l’aperura di un lembo gengivale per esporre l’osso e un certo numero di punti di sutura. I punti hanno lo scopo di accollare bene i lembi e favorire i processi di guarigione minimizzando le cicatrici. Una bella sutura, con fili molto sottili permette una guarigione con cicatrici invisibili.

Due corone in zirconia e porcellana degli incisivi centrali superiori

Foto 1: Situazione iniziale: prima dello sbiancamento per assumere un colore bianco di riferimento.
Foto 2: Situazione iniziale: dopo lo sbiancamento.
Foto 3: Dopo lo sbiancamento: preparazione dei monconi.
Foto 4: Risultato finale: le due corone, 11 e 12, in zirconia.
Foto 5: Risultato finale: le due corone, 11 e 12, in zirconia.
Foto 6: Risultato finale: il sorriso con le due corone in zirconia.

La paziente presentava due corone in resina degli incisivi centrali superiori e desiderava cambiarle per motivi estetici.

Abbiamo convenuto di effettuare uno sbiancamento di tutti i denti per assumere un colore di riferimento più “bianco” dell’attuale per le corone in Zirconia Porcellana.

Dopo lo sbiancamento si sono finalizzate le preparazioni dei monconi, fatta l’impronta e consegnate le corone in Zirconia Porcellana.

Ponte in porcellana di sei corone (da 43 a 33) su due impianti endossei

Foto 1: Situazione iniziale: i monconi sugli impianti
Foto 2: Il ponte in porcellana
Foto 3: Radiografia dente 42 da estrarre e per l’inserimento dell’impianto nel 43. Visibile l’impianto nel 44, già esistente.
Foto 4: Risultato finale: estetica del sorriso

La paziente aveva perso numerosi denti del gruppo frontale inferiore (da canino a canino) per malattia parodontale.

Si sono tenuti due denti superstiti per reggere un provvisorio fisso nel periodo di guarigione e osteointegrazione dei due impianti previsti (43 e 32).

Si sono quindi fatte le impronte e confezionato un nuovo ponte provvisorio in resina da 43 a 33 da inserire sugli impianti e, contestualmente, estrarre i due denti superstiti molto mobili.

Dopo un periodo di stabilizzazione dei tessuti in seguito alle estrazioni, si è proceduto alla realizzazione del ponte definitivo in porcellana.

Incisivi superiori rifatti in zirconia porcellana

Foto 1: Situazione iniziale
Foto 2: Le corone in zirconia porcellana agli incisivi superiori
Foto 3: Il sorriso finale

La paziente, di origine nordafricana, presentava un ponte su incisivi superiori in metallo porcellana che non la soddisfaceva sul piano estetico e relazionale.

Inoltre tale ponte continuava a staccarsi, in diverse situazioni. Le proposi di rifarne uno nuovo in zirconia porcellana, previo un piccolo intervento di plastica gengivale. Il risultato è stato di grande soddisfazione per tutti.

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